Dossier Giubileo. Parte I – Peregrinantes cum pecunia in spem.

“Uno, evviva Giordano Bruno che diceva la verità”

A Mario Adinolfi è quasi preso uno sturbo, come si dice a Roma, quando a fine giugno di quest’anno ha visto il logo per il Giubileo 2025. “Ma, porca pupazza, è il Giubileo o un Gay Pride?” ha tuonato il reazionario fondatore de “Il Popolo della Famiglia”. In effetti, alla vista dei “peregrinantes in spem” (i “Pellegrini nella speranza”, secondo il motto scelto da Papa Francesco) dai vistosi colori arcobaleno, il tentativo di rainbow-washing ai più è parso evidente. Il messaggio del logo presentato da monsignor Fisichella a fine giugno nella Sala Regia vaticana e che verrà stampato su supporti cartacei, plastici, tessuti, tendaggi, adesivi, pellicole e gadget di piccole e grandi dimensioni è comunque più profondo…Quelli che galleggiano sui terribili marosi della vita moderna arrivando ad aggrapparsi all’ancora di salvezza rappresentata dalla croce, sono i pellegrini (“coi sordi”) che arriveranno dai 4 angoli della Terra; per questo le 4 figure stilizzate. Nella scelta del logo/marchio, realizzato tramite bando “aperto a tutti”, il Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione – il Dicastero deputato all’organizzazione dell’evento guidato da monsignor Rino Fisichella- aveva determinato che gli elementi costitutivi il brand giubilare fossero “semplici e intuitivi”; “unici, originali e inediti”; adattabili nelle dimensioni per la stampa e ai formati digitali di siti web e social; utilizzabili sia a colori che in bianco e nero; riconoscibili e caratteristici, con la scritta in latino, comunque convertibile nelle principali lingue.

In un comunicato del febbraio di quest’anno, il Pontificio Consiglio aveva sottolineato come la speranza sarà certamente “l’indizio privilegiato” da cui i partecipanti al Giubileo 2025 trarranno ispirazione. In effetti, non pare difficile raffigurarsi per quella data, l’immagine di orde di turisti della fede, i “pellegrini digitali” di quello che sarà il primo Giubileo “smart”, lividi e consunti dopo ore di interminabili messe, preghiere e processioni, rifocillarsi ricolmi di speranza in altrettante interminabili gozzoviglie nelle trattorie dei quartieri circostanti il Vaticano, tra calici molto poco amari e abbacchi a scottadito, sacrificali a tutti gli effetti…

In attesa che i 7 angeli dell’Apocalisse diano fiato alle 7 trombe “ner giorno der giudizzio” di belliana memoria, dopo aver risolto la questione del logo, la “Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo” del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha indetto dal 17 settembre al 25 marzo 2023, data ultima per la presentazione della domanda di partecipazione, un concorso internazionale per la composizione musicale dell’Inno ufficiale del Giubileo 2025. L’Inno dovrà musicare il testo proposto dal Dicastero, in lingua italiana, scritto da Pierangelo Sequeri, attenersi ai criteri del regolamento del concorso quali la destinazione liturgica e dovrà essere inedito. La partecipazione è comunque gratuita e “aperta a tutti”…

Martedì 11 ottobre 2022 Papa Francesco ha celebrato la Messa in occasione del 60° anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano II. Prima della messa in San Pietro sono stati letti alcuni passaggi del discorso Gaudet Mater Ecclesia che Giovanni XXIII pronunciò all’apertura del Concilio. La celebrazione ha dato ufficialmente inizio all’anno di preparazione del Giubileo 2025 che sarà dedicato alla riflessione e alla rivisitazione delle quattro Costituzioni conciliari, dai titoli apodittici quali “Dei Verbum”, “Sacrosantum Concilium”, “Lumen gentium” e “Gaudium et spes”. Non c’è che dire: cotanto gaudio va nutrito, più che con la speranza, con le ingenti somme che apporteranno i pellegrini, con la municipalità già saldamente al fianco del progetto vaticano. Del resto, come ebbe a dire ancora monsignor Fisichella, il Giubileo rappresenta un’occasione di risveglio, non solo per Roma; ma intanto a quelli in Comune, risvegliarsi con le casse rimpinguate di Paoli digitali, non dispiacerebbe affatto.

Nella giornata dell’11 ottobre, con una solenne sfilata, per ricordare la processione di vescovi che aprì il Concilio 60 anni fa, un gruppo di vescovi e sacerdoti è confluito nella Basilica di San Pietro. Proseguendo in questa sorta di ieratico revival, Papa Francesco ha acceso le fiaccole ad alcuni fedeli, i quali, a loro volta, hanno poi passato la fiamma a quanti radunati in Basilica, ricevendo così dal Pontefice “il mandato di tenere vivo l’insegnamento del Concilio”. Una volta usciti nella Piazza di San Pietro, i tedofori hanno così rievocato la suggestiva fiaccolata che ha avuto luogo la stessa sera di sessant’anni fa, quella del celeberrimo discorso della luna di Giovanni XXXIII, grande classico della propaganda vaticana, da rispolverare, come in questo caso, alla bisogna. E fin qui l’imponente coreografia…di rito.

Intanto nei paraggi del Colonnato si installa un mega shopping center per i futuri pellegrini (“coi sordi”)…Piovono fondi pubblici dal PNRR e le istituzioni capitoline già si fregano le mani, mentre tutt’intorno la città si appresta a diventare un gigantesco cantiere, quando tra buche, vere e proprie voragini, cordoli di marciapiede e sampietrini da riassestare e quant’altro, l’amministrazione cittadina avrebbe già il suo bel da fare. Mentre per la società pubblica Giubileo 2025, la stazione centrale appaltante i lavori, in un anno sono a malapena state elette le cariche, con i bandi delle gare ancora da indire, all’ombra del “Cuppolone” rigonfio di speranze terrene, fin troppo terrene, fervono gli impicci e gli impiccetti…

Sequitur…

Mastro Tetta

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